Nel lontano 1941, Savigliano Domenico viveva in Borgata Fossato di Diano d’Alba, insieme al padre Giovanni e alla mamma Emilia. Giovanni possedeva dei vigneti di Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.
Allora era tra i pochi a produrre vino: ai tempi si lavorava in una piccola cantina utilizzando solo botti in legno, la meccanizzazione odierna era inesistente, la pigiatura aveniva in tini di legno e si travasava il mosto a mano da una botte all’altra. Il vino prodotto con tanta passione e fatica, veniva poi venduto sfuso nelle osterie o in damigiana ai clienti privati; il trasporto avveniva per mezzo di carri trainati da cavalli.
Nel 1963 la famiglia Savigliano si sposta in Valle Talloria, frazione di Diano d’Alba. Alla famiglia si aggiunge Piergiorgio, che cresce sotto l’attenta cura del nonno Giovanni e del padre Domenico, che insieme gli insegnano l’arte della potatura della vite e della trasformazione dell’uva in vino.
Con gli anni, la cantina diventa più grande: le botti non sono più in legno ma in acciaio, mentre il Barolo è lasciato invecchiare  in botti di legno pregiato.
A Diano d’Alba, si coltiva oggi il “Dolcetto Diano d’Alba docg”, le cui vigne con una migliore esposizione al sole sono state denominate Sori: per questo motivo Diano d’Alba è  noto come il “paese dei Sori”.
Nella sala degustazione potete degustare in qualsiasi momento i nostri pregiati vini: la nostra cultura contadina accoglie in un contesto famigliare i turisti e i clienti.